Ulassai (Ulassa in sardo) è un comune italiano di 1 423 abitanti[1] della provincia di Nuoro in Sardegna.
Territorio
Ulassai è situata nel cuore della sub regione barbaricina dell'Ogliastra, tra le sue rocce a 775 metri sul livello del mare. Il suo territorio comunale si estende per 122 km², dal paese fino al confine con la Barbagia di Seùlo e a sud in un piccolo lembo con la Provincia di Cagliari. Il centro abitato appare incassato fra il grande complesso del Tacco di Ulassai a nord e l'imponente Monte Tisiddu a sud: alle pendici del Tacco di Ulassai vi si trova un complesso sistema di grotte, la più famosa delle quali, la Grotta di Su Marmuri con i suoi 800 metri di lunghezza e le sue concrezioni interne, è la principale meta turistica dell'intera Vallata del Pardu; da queste grotte in periodi di intensa piovosità fuoriescono da un versante più a valle le imponenti Cascate di Lecorci. Nelle foreste sempreverdi dei Tacchi vive una ricca fauna, protetta dalla recente istituzione dell'Oasi faunistica di Girisai. A sud, il paese è dominato dagli altissimi dirupi del Monte Tisiddu e della sua cima più alta, il Bruncu Matzeu, dalla cui cima, a 957 metri di altezza, nei giorni di bel tempo si può vedere il Massiccio del Gennargentu. A est, la valle del Rio Pardu è coltivata a uliveti; a ovest, una strada segue il lato sud del Tacco di Ulassai, proseguendo ai piedi del grande Tacco di Su Àccara, con la sua punta "Seccu" di 1.000 metri, la più alta del territorio comunale, giungendo in località Santa Barbara, ove sorge una chiesa campestre del 1600, e le loggette ai fianchi "is cumbessias", località conosciuta soprattutto per le grandi cascate di Lequarci che durante la stagione delle piogge riversano a valle le acque dell'intero Taccu soprastante.
Il territorio comunale poi si snoda verso sud, attraversando diverse vallate, tra le quali quella del Flumineddu e del Rio Su Luda, popolato da numerosi pastori ulassesi, in un'area dominato dal cisto e dai numerosi campi arati per i pascoli, si scorge Monte Codi che in inverno sono frequenti abbondanti nevicate, talvolta interrotto dai rimboschimenti di pini nelle quote più elevate; la lunga fascia in comune di Ulassai si interpone poi fra i comuni di Jerzu e di Perdasdefogu, allargandosi infine nello sconfinato e disabitato altopiano di Quirra. Nel territorio è presente una diga molto grande che prende il nome dall'omonimo fiume di Flumineddu.
Storia
Il primo documento del paese risale al 1217 dove il paese stesso veniva chiamato Ulazzai, un centinaio di anni dopo si chiamava Ulusai e poi Ulassa. L'origine del nome secondo alcuni studiosi antichi tra i quali lo Spanu ritengono che derivi dal fenicio alaz che significa luogo caldo, secondo altri dal latino gula-assa cioè gola tra le rocce.
La storia di Ulassai però parte da molto prima, sono ancora presenti nel vasto territorio comunale diversi insediamenti nuragici alcuni distrutti altri ancora in buono stato, come il caso dei nuraghi di S'Ulimu, Seddurrulu, e le tombe dei giganti di Bau e Tuvulu. Nel territorio poi è compreso un abitato di origine nuragica ormai distrutto, "Lessei", sino al 1350 ancora abitato, infatti è registrato che nel 1328 pagava i diritti feudali alla Barbagia di Seùlo. Durante il periodo medievale Ulassai faceva parte del giudicato di Calari, in un secondo momento con la tripartizione del giudicato, siamo nel 1258, il paese divenne parte del giudicato di Gallura. Dopo 30 anni divenne un possedimento della repubblica di Pisa. Nel 1325 passò agli aragonesi che loro stessi concessero insieme con tutti i paesi ogliastrini attuali al conte Berengario Carroz di Quirra. In questo momento delicato della storia sarda a causa di una violenta guerra civile tra gli arborensi e il regno di Sardegna Ulassai passò per un certo periodo al giudicato di Arborea.
Tornò ai Carroz nel 1502, e dopo circa 80 anni da quella data i Sindaci dell'Ogliastra, riuniti in parlamento a Tortolì chiesero l'intervento dei suddetti Conti per colmare gli scontri violentissimi tra pastori ulassesi ed esterzilesi per le terre di Pauli, i Conti restituirono i salti agli ulassesi ma gli scontri si ripeterono sino alla fine dell'Ottocento, provocando centinaia di vittime. L'ultima erede Violante concesse il villaggio ai Centelles che nel 1604 divennero marchesi di Quirra. Nel 1674 la famiglia Centelles si estinse e Quirra passò ai Borgia. Nel 1726 passò ai Català, ed infine agli Osorio fino al 1839, quando venne riscattato come dipartimento d'Ogliastra insieme ad altri venti paesi, per divenire un Comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale.
La storia di Ulassai nonostante tutti i vari passaggi è stata una semplice storia di pastori, il paese sino alla fine dell'Ottocento non era collegato da nessuna strada verso l'esterno della zona d'Ogliastra, solo nel 1893 attraverso il tracciato ferroviario si poteva avere collegamenti con Cagliari.
Per via dell'isolamento la storia del paese e di quelli limitrofi è stata caratterizzata quasi esclusivamente da fenomeni di banditismo. Tracce di documentazione significativa della storia del paese sono presenti negli studi di autorevoli studiosi, esploratori, come il Max Leopold Wagner, Giovanni Spano, Vittorio Angius Casalis, Alberto La Marmora.
Banditismo a Ulassai
Tra l'Ottocento e la prima metà del Novecento il paese fu interessato da fenomeni di banditismo, per cui si ricordano:
- Antonio Cannas noto "Trappanti" bandito efferato della prima metà dell'Ottocento, commise diversi reati e 11 omicidi, ucciso insieme con il fratello Luigi nella faida del 1827 contro i fratelli Puddu noti "Billeddu"
- Famiglia Puddu "Billeddu", composta da: Liberato Puddu, Giovanni Puddu, Valentino Puddu e Antonio Puddu, erano banditi efferati, si muovevano nel territorio "quadrigliati", e furono coinvolti in ben 5 omicidi e svariati furti, arrestati e condannati a morte, vennero impiccati e smembrati nella pubblica piazza di Barigau nel febbraio del 1828.
- Agostino Tolu, omonimo del bandito Agostino Tolu sempre di Ulassai che venne condannato a morte nel 1829 a Lanusei. Nato a Ulassai nei primi dell'Ottocento, datosi alla macchia per l'assassinio di Giuseppe Sirigu e altre grassazioni, arrestato il 1º ottobre del 1851 dopo due tentativi mal riusciti che causarono la morte di Camillo Tolu suo fratello, e Raffaele Lai suo complice.
- Francesco Usai noto "Meurra", bandito efferato della seconda metà dell'Ottocento, si dà alla macchia nel 1862 per la bardana di Jerzu, nella latitanza commette ogni sorta di reati, compresi 5 omicidi, diventando uno dei banditi più pericolosi del circondario. Sulla sua testa viene posta una taglia di 200 lire. Viene catturato il 19 agosto dell'anno successivo a S'abba Cannas, e condannato a morte a Lanusei nel 1875.
- In località "su Eremuli", nell'ovile di capre ora dismesso, in un luogo privo di strade, habitat ideale di latitanti, venne ucciso, nel lontano 1928, il bandito Samuele Stochino di Arzana: "la Tigre d'Ogliastra". Trasportato in località "s'Orgiola 'e sa perda" sempre in agro di Ulassai (esattamente nell'altopiano di Taccu), venne prelevato il suo cadavere dai carabinieri e portato al cimitero di Ulassai, dove gli fu fatta l'autopsia e il successivo trasferimento alla città di Cagliari. Tale luogo è rimasto così come allora, accanto al suddetto ovile c'è ancora la grotta dove il bandito si rifugiava sino alla sua uccisione. Tutti gli ulassesi che fecero parte del complotto vennero tragicamente uccisi negli anni a seguire.
- Antonio Pilia noto "Caffeu" nato a Ulassai agli inizi del Novecento, datosi alla macchia dopo l'uccisione di Samuele Stochino nel 1928, alcuni presumono fosse suo complice, venne trovato morto, trucidato in località Gertassu agro di Ulassai nel 1952.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
- Chiesa di San Sebastiano del 1600.
- Cimitero antico (1885 circa).
Complesso bizantino di Santa Barbara
Questa chiesa campestre è ubicata a circa 7 km da Ulassai, intorno alla chiesa troviamo una sorta di portico edificato in tarda epoca romana, "Is Cumbessias" che servivano da alloggi per i pastori e le persone venute del paese per partecipare alle festività che duravano una settimana circa. Nella parte più a sud del complesso è ancora presente l'antico recinto murario dove venivano munte le pecore e le capre della santa, si chiama ancora oggi "sa Corte e sa Santa"
Architetture civili
- Palazzo Comunale (Ulassai)
- Casa Cannas, antico mulino 1900.
- Archi antichi di Barigau e Biddemeri.
- Casa del Fascio, 1930 circa, ora asilo e sala convegni polifunzionale, centro di aggregazione sociale.
Fontane
Le fontane sono state di fondamentale importanza nel paese, è proprio da esse che è nato il paese stesso. Nel centro abitato se ne contano diverse: la più importante è sa "Funtana e s'era" fontana dell'edera, conosciuta anche come "Funtana e susu", sorge in una parete del lavatoio comunale, divenuta fulcro dell'intero impianto compositivo dell'opera di Luigi Veronesi., "Fontana della Sorgente". Al ricordo d'uomo e di tante generazioni, tale fontana è perenne, non si è mai seccata, anticamente era importante per la suddivisione dell'irrigazione degl'orti di Comidalecca, is Molinusu e Surderas. Di rilievo c'è sa "Funtana e Coccori", utilizzata maggiormente nei tempi passati come abbeveratoio di mucche e cavalli, abbellita ultimamente dall'opera scultorea in omaggio allo scautismo. Importante è anche sa "Funtana e serì", la cui acqua era usata anticamente per la panificazione. Dentro l'abitato vero e proprio c'è sa Funtana e Aledda, la quale è presente in diverse scene di alcuni film e documentari regionali. Sopra il vicinato di Bidda e meri c'è Funtana e Marcu. Le fontane scomparse dentro l'abitato sono: Funtana e Ferreli e Funtana e su Laureru.
Siti archeologici
- Nuraghe Pranu
- Nuraghe Cea Arci
- Nuraghe Crabas
- Fortezza nuragica di Seroni
- Domus de Janas sa Crabiola
- Piccolo tratto di strada romana località Marosini
Aree naturali
- Parco Naturale Regionale dei Tacchi
- Cascate di Lequarci
- Grotta di Su Marmuri
Società
Longevità
Ulassai fa parte insieme con gli altri centri dell'Ogliastra montana della cosiddetta Zona blu internazionale.
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